ITALIANISISMO in tutti i sensi;
già fenomeno senza che io possa aggiungere molto;
ma che di sicuro mi conta tra i primissimi fan ed estimatori,
posizionato com'ero sul divano fin dalla prima puntata;
Arriva in data 08/09/15 la terza serie di Unti e Bisunti,
l'unico porogramma di "cibo" in tutto il palinsesto televisivo italiano ormai stracolmo di "cucine", più po meno da incubo (no, non il programma di Ramsay, ma quelli che han cercato di cavalcare il fenomeno fallendo miseramente!)
Passo indietro.
C'era Adam Richman, che nella prima parte del suo programma "Man VS Food" faceva vedere dei bellissimi locali e piatti/panini/pizze/BBQ spettacolari, prima di perdersi nella seconda parte, a mio avviso superflua, delle sfide di cibo; divertente... le prime due volte.
C'era Andrew Zimmern, che cercava, parlava ed assaggiava cibi considerati disgustosi in "Orrori da Gustare", ma che acquisivano senso essendo contestualizzati nelle zone del mondo che li consumavano abitualmente; quindi apprezzabile, ma era una ricerca per spettacolarizzare il tutto.
C'era Guerrino Maculan, che in italia porta avanti il più modesto e sincero programma di ricette che io conosca. C'è lui, la cucina con la stagnola per non sporcare e le ricette regionali. Lui conosce gli ingredienti, il suo lavoro (la storia della stagnola non dovrebbe far ridere ma pensare) e procede indifferente a tutto il resto da tempi immemori, praticamente al pari di Suor Germana.
Allora perchè, uno dei paesi con una cultura culinaria più vasta (e qui voglio consensi facili) come il nostro si fermava o andava nella direzione sbagliata?
Perchè un programma su DMAX dovrebbe risolvere le cose?
Perchè han fatto una prima serie spettacolare, unendo praticamente i tre personaggi sopra citati.
Prima ci si incammina in città mangiando qualcosa di realmente tipico in strada, poi si fa una sfida/scusa per rivisitare una ricetta quel poco che possa fare uno bravo chef che ne rispetta le origini.
Rubini (+Chef Rubio ) gira facendo un personaggio che lo diverte, un super eroe con "Bat-cucina" al seguito, colonna sonora dedicata (EPICA) piazzata sempre durante la trasformazione come i Robottoni giapponesi e "costume" da cuoco per entrare in azione.
Tantissimi piatti veri, con cui probabilmente molti sono cresciuti ma che in altre regioni si conoscono poco; poi, senza per forza voler suscitare il disgusto, si vede tutto il quinto quarto mangiato con gusto (quasi sempre) dallo chef, che ne contestualizza sempre la provenienza e che ci ricorda: se proprio dobbiamo essere carnivori non si dovrebbe sprecare nulla.
MAGNATELO!
Che lo vogliate o meno, polmoni, intestini, cervella, fegatini non vanno sprecati ma... conditi;
non siamo in asia, siamo nelle nostre strade, e non si impara a cucinarli dai libri o in una scuola, ma da chi li fa da generazioni (spesso con un surreale velo ironicamente mistico, in riferimento alle RICERCHE del gusto dei grandi chef)
Si, la seconda serie è stata "meno digeribile" ma le aspettative sono alte per questo terzo appuntamento. Le visite al porto di Bari per la colazione, la trachea sbriciolata come condimento, polmoni come moquette... momenti unici.
Insomma... Gustatevelo!
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